Il Superbonus 110% finora non ha riscosso il successo sperato. Il motivo? Procedure burocratiche troppo onerose e complicate che ne ostacolano l’effettiva fruizione.

Per questo, il Superbonus è uno dei temi centrali del DL Semplificazioni, presentato nei giorni scorsi dal Mite a seguito dell’approvazione del Parlamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza-PNRR (Recovery Plan).

La bozza propone una proroga del regime di agevolazione fiscale per gli interventi di riqualificazione energetica dal 30 giugno 2022 al 31 dicembre 2023.

Per quanto concerne i fondi destinati a finanziare il Superbonus al 110%, sono previsti, così come confermato dal Presidente del Consiglio Draghi, circa 18,5 miliardi: gli investimenti consentiranno di ristrutturare circa 50.000 edifici/anno a regime, per una superficie totale di 20 milioni di mq/anno, e il risparmio energetico previsto permetterà di raggiungere circa 291,0 Ktep/anno, ovvero 0,93 MtonCO2/anno.

Tra le altre principali novità proposte, finalizzate a rendere più semplice l’iter burocratico per l’ottenimento della detrazione fiscale, vi sono:

– ampliamento dei soggetti beneficiari del bonus: non più solo privati ma anche alberghi e pensioni, imprese agricole e/o agrituristiche sui fabbricati rurali;

– sostituzione dell’impianto termico (definito come qualsiasi apparecchio, anche non fisso, per la climatizzazione invernale degli ambienti) per il miglioramento della classe energetica, consentita per tutte le unità immobiliari a prescindere dall’accesso e dalla funzionalità autonoma;

– introduzione di un’unica aliquota al 75% per la detrazione di tutti i lavori di ristrutturazione ed efficientamento energetico, riunendo così in un’unica misura tutti i bonus edilizi previsti: Bonus verde, il Bonus facciate, il Sismabonus, il Bonus mobili, il Bonus Ristrutturazioni, l’Ecobonus e il Bonus idrico.